La forza del sorriso

Venerdì scorso si è celebrata la Giornata Mondiale del Sorriso, ricorrenza che invita a riflettere sui numerosi benefici che un semplice sorriso può portare: dal miglioramento dell’umore alla riduzione dello stress, dal creare nuove connessioni sociali al diffondere positività, fino a renderci più gentili e a migliorare la nostra salute.

Sorridere è un esempio, facile e felice, per capire e sperimentare l’embodied coaching, un concetto che evidenzia come la mente non operi isolata dal corpo, ma influenzata dalle esperienze fisiche e dalle posture corporee. Il semplice atto di sorridere, anche artificialmente, può alterare il nostro stato emotivo e cognitivo, come ben dimostra lo Yoga della risata.

Diversi studi scientifici mostrano che quando sorridiamo, anche senza motivo, il nostro cervello reagisce come se stessimo effettivamente provando un’emozione positiva. Charles Darwin fu tra i primi a proporre l’ipotesi del feedback facciale, secondo cui i movimenti muscolari del volto, come quelli del sorriso, influenzano direttamente le nostre esperienze emotive. A sostegno di questa ipotesi, più recentemente, si sono aggiunti almeno due risultati scientifici rivoluzionari.

  1. Teoria del Feedback Facciale: Strack, Martin e Stepper (1988) hanno dimostrato che attivare i muscoli del sorriso può influenzare l’umore. I partecipanti dovevano tenere una penna tra i denti (posizione che attiva i muscoli del sorriso) o tra le labbra (posizione che, invece, inibisce il sorriso), e poi giudicare dei cartoni animati. Chi sorrideva forzatamente trovava i cartoni più divertenti rispetto agli altri, suggerendo che il cervello interpreta il movimento dei muscoli facciali come un segnale di felicità.
  2. Attivazione dei Circuiti Cerebrali Positivi: Kraft e Pressman (2012) hanno successivamente confermato che sorridere, anche quando non si è felici, può ridurre lo stress e attivare i circuiti cerebrali associati alle emozioni positive. In questo caso, i partecipanti che sorridevano durante compiti stressanti mostravano una riduzione della risposta cardiovascolare allo stress e riferivano sensazioni più positive.

Questi studi suggeriscono che anche il semplice atto di sorridere può indurre una risposta emotiva positiva nel cervello, riducendo lo stress e migliorando l’umore. In altre parole:

“il corpo agisce come un messaggero per la mente”

Questo principio è alla base dell’embodied coaching, dove movimenti, posture e tecniche fisiche vengono utilizzate per migliorare la consapevolezza corporea, emotiva e mentale e per modificare la percezione di sé e dell’ambiente circostante, influenzando le relazioni che abbiamo con esso.

MoveMind, come metodo di Embodied Coaching utilizzare il corpo come punto di partenza, prima ancora di chiedere alla mente su cosa vuole concentrarsi. Questo ha il vantaggio dare centralità al corpo come portatore di sensazioni presenti e memorie passate, integrandolo poi all’interno di un dialogo virtuoso tra corpo e mente, che colleghi il presente al futuro, innescando un cambiamento profondo e concreto. Questo è esattamente ciò che facciamo nei workshop di MoveMind.

8 AZIENDE SU 10 SI CONCENTRANO SULLA MENTE DIMENTICANDO IL CORPO

I dati raccolti dall’Osservatorio MoveMind, innovativo metodo di training e coaching basato sull’integrazione di Gestalt e Pilates, parlano chiaro e svelano quanto poco le aziende, e gli enti di formazione più in generale, si dedichino al corpo, concentrandosi invece sulla mente. Sviluppo della leadership, problem solving, team building sono considerate tutte esclusivamente delle ‘questioni mentali’. Il dato deriva dall’analisi delle richieste di oltre 1200 aziende che hanno implementato percorsi di formazione per sviluppare le soft skills e più in generale per migliorare l’ambiente di lavoro. Tra tutte solo il 20% ha considerato anche il corpo, e quindi il movimento, come driver per migliorare performance, concentrazione e stile di vita professionale. Di questo 20% oltre la metà sono aziende di piccole dimensioni (meno di 20 dipendenti) e giovani (età media 30 anni).

La nostra esperienza mette in evidenza ogni giorno quanto il concetto del movimento fisico inserito nelle attività di Coaching e Formazione sia ancora un argomento nuovo per le aziende” commenta Gilberto Fulvi, co-founder di MoveMind, psicologo e terapista Gestalt, “MoveMind è un modello di embodied coaching che è molto di più di una somma tra mental e body coaching”. Gilberto Fulvi ha messo a punto il protocollo MoveMind insieme a Gabriella Poggi, terapista del movimento e vision trainer: un percorso straordinariamente efficace che parte dal corpo per arrivare alla mente e fare ritorno, incorporando gli apprendimenti. Attivare il corpo attraverso il Pilates e stimolare la mente con la Gestalt permette di fare esperienza di nuove consapevolezze e praticare modalità di sentire, di fare e di essere profondamente connesse con il proprio io, facilitando la realizzazione del successo personale e professionale. “Dopo la Laurea in Economia e un’esperienza in azienda, la mia passione immensa per lo sport e l’aria aperta, mi ha fatto capire subito che il corpo e il movimento sarebbero diventati il mio futuro” continua Gabriella Poggi che è anche guida Nydra Yoga e Barefoot Training Specialist, con oltre vent’anni dedicati al coaching in attività sportiva: “MoveMind è un metodo, un percorso, un risultato che si può applicare in azienda, nelle scuole, nello sport e per la propria crescita personale. Un concetto del tutto nuovo che non è immediato da comprendere ma che una volta vissuto risulta estremamente coinvolgente permettendo di ottenere risultati importanti”.

A sostegno del metodo un mix di competenze psicologiche, psicomotorie e medico scientifiche, che si ispirano alle neuroscienze, all’epistemologia e alla transdisciplinarietà. La scoperta alla base del metodo è la presenza di alcuni punti cardine, tra Pilates e Gestalt, elemento che ha portato alla creazione di un sistema coordinato di leve corpo-mente che potesse essere portatore di risultati più duraturi ed efficaci nello sviluppo di sé o nel percorso di crescita di gruppi e organizzazioni dedicate al raggiungimento degli stessi obiettivi (azienda, scuola o sport).

Restituire dignità al corpo significa non considerarlo più semplicemente come strumento al servizio della mente ma riconoscere che è il corpo il primo ad accogliere il mondo, con i suoi organi di senso, l’unico ad agire nel mondo, trasformando in azione la parte psichica, emotiva e relazionale, è un collaboratore inseparabile dalla mente, con cui condivide l’interesse di valutare e memorizzare gli eventi.

Si apre una nuova pagina per il mondo della formazione, in cui il corpo e le emozioni entrano a pieno diritto in aula, assieme alla mente, basti pensare a quanto il mondo del lavoro, della scuola e dello sport potrebbero trarre benefici semplicemente integrando questo metodo alle proprie buone prassi.

Radiosalute (dicembre 2023)